Il Museo di Arte Povera è un autentico elogio alla forza espressiva della carta stampata, andando ben oltre la mera defi nizione del suo nome. Situato nel suggestivo Palazzo della Cultura (Marcosanti-Ripa) di Sogliano al Rubicone, il museo accoglie i visitatori in un ambiente rustico e allo stesso tempo affascinante, svelando una raccolta eccezionale che abbraccia secoli di storia dell’arte. All’interno delle stanze si celano autentici gioielli di carta, realizzati con l’affascinante arte della cromolitografi a ma la collezione si è progressivamente arricchita con opere provenienti da tecniche di stampa all’avanguardia, come quella offset e facsimilare. Ogni passo nel museo rivela un panorama affascinante: dalle litografi e del XVIII secolo che catturano lo sguardo, ai libri d’arte di una bellezza straordinaria e meticolosamente curati. I moderni “antichissimi” manoscritti miniati, salteri, libri d’ore, messali ed erbari in stampa facsimile incantano il visitatore, offrendo una rara opportunità di ammirare capolavori dell’arte antica riportati in vita. Le ampie sale del museo sono un vero scrigno di meraviglie, offrendo una vasta gamma di oggetti affascinanti: dalle fi gurine alle cartoline profumate, dai manifesti pubblicitari ai biglietti augurali. Non mancano nemmeno le edizioni d’arte dei più grandi capolavori della letteratura mondiale, illustrati da rinomati artisti del XX secolo come Giorgio De Chirico, Giacomo Manzù, Ugo Nespolo e Mario Donizetti. La raffi nata fusione di testo e immagini raggiunge la perfezione nelle monografi e dedicate a fi gure iconiche come Canova o Michelangelo, che presentano fotografi e mozzafi ato curate da Mimmo Jodice e copertine scolpite in autentico marmo di Carrara. Ma il viaggio nel tempo del Museo di Arte Povera non si ferma qui, lasciatevi incantare da questa straordinaria esposizione che rivela la bellezza intramontabile della carta stampata e l’eredità preziosa della sua arte.
Vieni a trovarci
Ti invitiamo a visitare il Museo di Arte Povera, un luogo unico che celebra la potenza espressiva e l’eredità preziosa di questa forma d’arte. Siamo aperti per visite singole o di gruppo, accogliamo studiosi e professionisti desiderosi di approfondire le loro conoscenze. Prenota la tua visita chiamando o scrivendo un email, immergiti e scopri la bellezza intramontabile della carta stampata.
Cromo/Litografia
La litografia, inventata nel 1796 dal tedesco Aloys Senefelder, ha rivoluzionato il mondo della stampa grazie al principio di repulsione tra acqua e sostanze grasse. Nel 1837, questa tecnica si evolse con l’introduzione della cromolitografia, che permise la stampa a colori, aprendo nuove possibilità espressive con immagini dalle sfumature ricche e dai colori brillanti. Il processo creativo era complesso: partiva dal disegno su una lastra di pietra con una matita grassa, seguito dal trattamento con una soluzione acida, dall’inumidimento della matrice e dall’inchiostrazione con un rullo. Ogni colore richiedeva una matrice separata, consentendo così di ottenere immagini policrome di straordinaria complessità. Originariamente usata per decorare oggetti, la cromolitografia si diffuse rapidamente nel mondo della pubblicità e dell’arte. Nella seconda metà dell’Ottocento iniziarono a comparire immagini pubblicitarie con testi, e nel 1872 vennero create le prime serie di figurine Liebig, che divennero oggetti da collezione. Questo metodo di stampa non si limitò però alla riproduzione commerciale: artisti come Jules Chéret elevarono la cromolitografia a una vera e propria forma d’arte, dimostrando il suo potenziale espressivo con opere dai colori vivaci e dal forte impatto visivo. Nonostante il graduale declino a favore della fotografia e di tecniche più moderne nel Novecento, la cromolitografia continuò a essere utilizzata da alcune stamperie artigianali fino agli anni ’60, lasciando un’eredità importante nell’evoluzione delle arti grafiche e dimostrando come la combinazione tra tecnica e creatività possa dare vita a risultati straordinari.
Editoria di Pregio
Nel corso del XX secolo, l’arte della stampa ha conosciuto una rivoluzione tecnologica con l’avvento delle macchine da stampa industriali, come le rotative e le macchine per stampa offset. Un ruolo fondamentale in questa evoluzione è stato giocato dall’applicazione delle tecniche fotografiche, che hanno permesso la realizzazione di stampe a colori, diffusesi ampiamente nel periodo post-bellico.
Il cuore di questo processo è la quadricromia, un metodo basato sull’uso di quattro pellicole, ciascuna corrispondente a un colore specifico: cyan, magenta, giallo e nero. Queste pellicole vengono create attraverso la riproduzione selettiva delle immagini a colori, utilizzando filtri per i colori complementari e una retinatura che consente di riprodurre tutte le sfumature dell’immagine originale. Le pellicole vengono poi trasferite su lastre, dalle quali si ricavano le matrici di stampa per le macchine offset.
L’innovazione fotografica ha anche portato alla creazione della fotocompositrice, un dispositivo che ha gradualmente sostituito le precedenti monotype e linotype. Questa macchina permetteva di visualizzare i testi su un monitor, consentendo correzioni immediate prima della stampa finale su fogli di acetato, pronti per la riproduzione.
Il Museo di Arte Povera conserva esempi straordinari di stampa, tra cui edizioni pregiate di opere classiche come la Divina Commedia, l’Odissea, l’Iliade, il Decameron e il Cantico dei Cantici, oltre ai Codici di Leonardo da Vinci. Queste opere non solo dimostrano una grande maestria artigianale, ma sono anche impreziosite dalle illustrazioni di rinomati artisti del Novecento come Giorgio De Chirico, Giacomo Manzù e Ugo Nespolo.
Tra le acquisizioni più recenti del museo spiccano due opere donate dalla Fondazione Marilena Ferrari, dedicate a Michelangelo e Canova. Questi capolavori rivivono attraverso le immagini fotografiche di due celebri fotografi di fama internazionale, Mimmo Jodice e Aurelio Amendola, che hanno saputo interpretare con maestria l’arte e lo spirito di due tra i più grandi artisti della storia dell’arte italiana e mondiale.
Facsimile
Il libro d’Arte e il Facsimile rappresentano un’impresa culturale che si ispira alle più antiche tradizioni, offrendo un nuovo modo di investire in cultura e trasformando il museo in una biblioteca d’avanguardia.
Il Museo di Arte Povera ospita una rara e ricca collezione di opere riprodotte in facsimile, fedeli copie degli originali. Queste riproduzioni magistrali permettono a tutti, non solo a studiosi e ricercatori, di fruire di un patrimonio altrimenti difficilmente accessibile. I preziosi manoscritti originali, conservati in biblioteche e archivi di tutto il mondo, sono solitamente custoditi in teche e casseforti blindate per motivi di sicurezza e conservazione. Il museo si propone di creare una biblioteca d’avanguardia dove questi manoscritti riprodotti possano essere studiati, ammirati e consultati da tutti.
Questo percorso rende la bellezza accessibile a tutti, esaltando non solo l’arte e la maestria del passato, ma anche la tradizione artistica e artigianale italiana. Le aziende che realizzano queste riproduzioni fedeli di opere inestimabili superano complesse burocrazie e lunghi tempi di attesa per mantenere viva questa tradizione.
La collezione del museo rappresenta lo splendore artistico dal 200 d.C. fino al 1650 circa, includendo manoscritti e corali commissionati da antichi monasteri e papi, breviari realizzati per grandi mecenati, e opere di illustri artisti e miniatori delle più importanti corti italiane. La collezione comprende anche salteri, libri d’ore, messali ed erbari, rendendo accessibile un patrimonio culturale normalmente inaccessibile.
Tra gli esemplari più notevoli troviamo il papiro Beati Petri Apostoli Epistulae del 200 d.C., contenente lettere di San Paolo Apostolo, il Codex Purpureus Rossanensis del VI secolo, il Libro di Kells dell’800 circa, l’Evangeliario di Lorsch dell’810 circa, il Salterio di San Ruperto della fine del IX secolo, il Codice di Medicina e Farmacia di Federico II del XIII secolo, l’Historia Plantarum della fine del 1300 attribuito alla scuola di Giovannino de Grassi, il Salterio De Lisle della prima metà del 1300, e la Bibbia di Borso d’Este della metà del 1400, miniata da Taddeo Crivelli e Franco dei Russi.
Il Codice Resta rappresenta il simbolo tangibile dell’ideale che accomuna l’intellettuale del 1700 con il percorso del Museo di Arte Povera. Antonio Resta raccolse disegni originali, bozzetti, studi e miniature dei più grandi artisti in un volume che chiamò “Galleria portatile”. Questo vero e proprio museo itinerante offre un’antologia di disegni che coprono l’intero arco dell’arte italiana da Giotto fino ai suoi giorni, rappresentando le scuole Fiorentina antica, Romana antica e moderna.